Ci sono delle domande che ci frullano per la testa…

È una storia che parte da lontano… Che la situazione della Casa di Riposo della nostra cittadina non fosse delle più rosee lo sosteniamo da tempo. Negli ultimi 10 anni i consiglieri di “CNC-Casalmaggiore la nostra Casa” hanno portato avanti un acceso confronto, prima con il presidente Vacchelli e a seguire con la dott.ssa Bozzetti e i rispettivi CDA. Per poterlo fare, furono convocati Consigli Comunali ad hoc. Furono chieste spiegazioni in merito ai costi di diverse operazioni sensibili per garantire la qualità del servizio agli ospiti della RSA (lavanderia, farmaci, et similia).

Furono richieste documentazione e chiarimenti su alcune operazioni immobiliari, tra cui quella inerente alla ristrutturazione dello stabile ex Turati (ora Casa di Comunità ASST), sulla quale ancora oggi, dopo quasi dieci anni, non si conoscono cifre e costi precisi, sulla mancata sostituzione del Direttore Amministrativo dopo il pensionamento del dott. Taracchini e su tante situazioni segnalate dai famigliari degli ospiti e dagli stessi lavoratori, esasperati da ritmi di lavoro insostenibili e preoccupati di non poter svolgere al meglio i loro compiti di assistenza. Va detto che furono i soli a farlo. La tendenza generale era quella di minimizzare, di rassicurare sorridenti e il Sindaco si sperticava in lodi e attestazioni di fiducia. In compenso, le risposte alle istanze messe sul tavolo di discussione furono poche ed evasive.

Finalmente il 26 Settembre, in Consiglio Comunale arriva la relazione della dott.ssa Masseroni, neo presidentessa della Fondazione Busi, nella quale sono emerse ufficialmente in modo chiaro, dettagliato e disarmante tutte le problematiche che si sono sommate negli anni.
Il caos dell’organizzazione: personale che manca e sostituito da liberi professionisti che scelgono quali turni fare, mentre i dipendenti si sobbarcano le giornate più complesse. Giorni di ferie arretrati da far impallidire qualsiasi manager assennato. Nuovi direttori con funzioni organizzative che nelle altre realtà sono svolte da caposala.

Sperequazioni nei contratti di lavoro tra i dipendenti. Questo è ancor più grave in una realtà che si occupa della cura di persone anziane dove un fattore imprescindibile è la qualità del personale. Un’architettura di servizi da ripensare: l’anima del Busi è la “Casa di Riposo”, è lì che bisogna investire maggiormente leggendo i bisogni degli anziani in forte cambiamento, con ad esempio un aumento delle problematiche cognitive. E invece negli anni si è investito nella palestra e nei fisioterapisti per gli esterni, i posti letto del nucleo Alzheimer sono rimasti pochi, si è esternalizzata la gestione del Centro Diurno che non riesce più ad attrarre ospiti, a differenza che in altre realtà in cui c’è lista d’attesa. Da valorizzare inoltre ulteriormente i servizi a supporto del domicilio come RSA aperta e i pasti a domicilio.

Uno stato patrimoniale a rischio: Dalla relazione della dott.ssa Masseroni emerge anche una gestione a dir poco discutibile del patrimonio immobiliare, basti pensare che la rata del mutuo acceso per sistemare Palazzo Turati in Piazza Garibaldi non è coperta dall’affitto mensile. Sono state rappresentate inoltre svariate altre inadempienze strutturali a cui bisogna porre rimedio con urgenza poichè, se non sanate, potrebbero avere conseguenze molto gravi fino alla chiusura della struttura.

La questione qui si fa interessante; il Sindaco ha ascoltato con molto interesse la relazione, ancorchè del suo contenuto diamo per certo che ne fosse già a conoscenza; il Presidente Ruberti – ligio al suo dovere – non ha consentito un dibattito ma solo un passaggio al consigliere Toscani che ha lamentato che la consigliere nominata nel CDA dalle minoranze non fosse messa nelle condizioni di accedere per bene alle carte… ma ricordiamo bene che la carica di presidente l’aveva lei fino a pochi mesi fa? La memoria forse gioca brutti scherzi a tutti, anche alla Giunta che negli anni ha sempre sonnecchiato e preso sottogamba le varie interpellanze presentate.

Il vaso di pandora è stato scoperchiato. Non ce ne rallegriamo anche se le testimonianze raccolte dalle famiglie e dai lavoratori ci avevano già da tempo messo in allarme.
Riteniamo però importante lanciare un monito: non vogliamo che a pagare queste inefficienze siano le famiglie e gli ospiti attraverso un aumento delle rette – le avvisaglie che abbiamo intuito non le riteniamo accettabili.

Serve un piano di rientro e di rilancio della struttura, sappiamo che il nuovo Consiglio di Amministrazione lo sta approntando e quindi chiediamo che lo stesso possa essere discusso con tutta la cittadinanza in un incontro pubblico da tenersi entro il mese di dicembre.
La Fondazione Busi è della città e – a questo punto – riteniamo doveroso che se ne parli apertamente con i cittadini e che si riesca a costruire una rete di collaborazioni con Fondazione Santa Chiara, Il Consorzio Casalasco dei Servizi Sociali, la ASST e la Farmacia Comunale, affinchè possa essere costruito un patto di collaborazione per il welfare cittadino.

Noi siamo disponibili ad un dialogo costruttivo. Buon lavoro a tutti.

Gruppo Laboratorio Comune

 


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